ArticoliDiaconia: servire il prossimo

Oltre le mura del carcere: dignità, diritti e percorsi di reinserimento

Il convegno nazionale della Diaconia valdese a Roma il prossimo 22 gennaio

Il 2025 ha segnato il cinquantesimo anniversario della riforma dell’ordinamento penitenziario in Italia. Un traguardo che, a distanza di cinque decenni, non coincide però con un reale miglioramento delle condizioni di vita all’interno degli istituti di detenzione. La popolazione carceraria ha continuato ad aumentare, fino a rendere strutturale il sovraffollamento delle carceri, mentre le risorse a disposizione dell’apparato giudiziario e penitenziario restano insufficienti. A dicembre 2025, il numero di persone che si sono tolte la vita in contesti di privazione della libertà personale ha superato le settanta unità, a cui si aggiungono coloro che sono deceduti dopo il ricovero ospedaliero.

Cinquant’anni di riforme sembrano non essere riusciti a scardinare del tutto una concezione della pena ancora fortemente legata all’idea di punizione, se non di vendetta. Fatica ad affermarsi una visione che riconosca le alternative alla detenzione come strumenti di riparazione dello “strappo” prodotto dal reato. In questo scenario si inserisce anche l’approvazione del Decreto Sicurezza 2025, che tra le altre disposizioni introduce sanzioni per la resistenza passiva in carcere e abolisce l’obbligo per il giudice di disporre il rinvio dell’esecuzione della pena per le donne incinte e le madri con figli di età inferiore a un anno. In attesa di ratifiche legislative ancora sospese, appare sempre più evidente come non sia sufficiente intervenire con nuove norme: è necessario un dibattito culturale ampio e condiviso.

Già nel 2013 la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva condannato l’Italia per trattamenti inumani e degradanti in ambito penitenziario. A quella pronuncia fece seguito la sentenza Torregiani e il cosiddetto “Svuotacarceri”, cui si aggiunsero, negli anni successivi, i provvedimenti adottati durante la pandemia, che portarono a una temporanea riduzione della popolazione detenuta. Un calo che non ha avuto continuità: negli anni successivi il numero delle persone recluse è tornato a crescere, nonostante gli strumenti introdotti per favorire l’accesso alle misure alternative. Per chi vive lunghi periodi di detenzione in celle sovraffollate, resta inoltre la sfida del “dopo”: l’uscita dal sistema penale, che rappresenta una nuova messa alla prova sia per la persona che cerca riabilitazione, sia per la società chiamata a renderla possibile.

È all’interno di questo contesto che la Diaconia valdese promuove il VII Convegno nazionale «Ero in carcere… e siete venuti – Oltre le mura: dignità nel contesto carcerario», in programma giovedì 22 gennaio 2026 presso l’Aula Magna della Facoltà valdese di Teologia a Roma. Il convegno intende offrire uno spazio di confronto sulle condizioni della detenzione in Italia, sulle prospettive di riforma, sulle misure alternative e sui percorsi di reinserimento.

La giornata vedrà la partecipazione di rappresentanti del mondo accademico, istituzionale, professionale e sociale, tra cui Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese, il senatore Andrea Giorgis e l’onorevole Raffaele Bruno, insieme ad associazioni e servizi diaconali impegnati nel settore.

La partecipazione è gratuita, con registrazione obbligatoria al seguente link: https://forms.gle/cFzhBLNyyQJ9bV9f7 o inquadrando il codice QR.

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