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di Giovanni Anziani

«Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere»

Il personaggio biblico qui citato si chiama Giobbe. La sua storia è una lotta contro la sofferenza. Lo incontriamo in un libro della Bibbia molto complesso. Qui si racconta della prosperità del protagonista, ma una prosperità che è messa in discussione dall’avversario di Dio: Satana. Secondo tale avversario Giobbe è fedele a Dio perché ne trae un vantaggio, Giobbe ama Dio perché è un privilegiato dalla protezione divina.

Dio accetta di scommettere sulla fedeltà del suo servo e permette a Satana di togliere ogni benessere a Giobbe. Così ecco che si racconta come il nostro personaggio perde ogni cosa: ricchezza, salute e rispetto verso la propria persona.
Il problema sorge dagli interrogativi sul perché delle sofferenze di Giobbe, ma domande che sono anche uno specchio di quelle che ognuno di noi si pone riguardo al motivo del proprio soffrire. Secondo un’antica concezione, il dolore è in diretto rapporto con il comportamento umano. Ad un atto malvagio segue di necessità un fatale destino infelice. L’antico detto ricorda: “Ciò che un uomo fa ricade sul suo capo”.

Questa è l’idea dei tre amici di Giobbe venuti a consolarlo. Ma Giobbe si ribella. La sua vita è segnata dalla fedeltà a Dio. Così egli invita Dio a chiarire il profondo significato del conflitto tra la sua fedeltà e il soffrire, e quindi a capire il senso del dolore umano.

La risposta di Dio, nel racconto biblico, sorprende ogni lettore. Dio non presenta delle chiare spiegazioni riguardo al dolore, ma interroga Giobbe, cioè apre con lui un dialogo per portarlo ad una confessione di fede. Giobbe riconosce che Dio è amato non per dei benefici ottenuti, ma solo per amore. Il lettore biblico che vuole trovare la spiegazione del perché del soffrire umano, rimane deluso. Giobbe non è l’uomo che chiarisce, ma l’uomo che è in lotta con la propria esistenza e con Dio stesso. La sua fede è radicata nell’amore e la sua sofferenza non rende meno forte tale amore. Egli accetta di essere piccolo e di non poter capire tutto, ma lascia a Dio la sovranità sul proprio vivere.

Giobbe, l’uomo in rivolta! Le nostre continue domande sul perché vi sia la sofferenza o sul perché vi sia la morte non trovano risposte definitive, ma sono rimesse in movimento nel rapporto uomo/donna e Dio affinché giunga nell’umanità la vittoria su ogni male più che la spiegazione dell’origine del male. Per il cristiano questa vittoria è già giunta con l’opera di Gesù Cristo, il Salvatore, perché egli ha prodotto in noi la potenza dell’amore di Dio che è la resurrezione.