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di Paolo Ribet

«Quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà»

Il 27 gennaio si celebra in tutto il mondo il Giorno della Memoria. Mi è tornato alla memoria un ricordo di tanti anni fa. Un pastore raccontò un giorno un episodio del tempo della Shoà: una scolaresca di ebrei fu condotta alla morte insieme al suo maestro, e questi accompagnò i ragazzi facendo loro cantare il versetto: «quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato...». Questo episodio mi è sempre rimasto in mente. Sono parole molto forti, come forte e dura era la situazione del tempo. E quindi tanto più colpisce la potenza della fede che riesce ad esprimersi, anche in situazioni così estreme, con parole di fiducia. 

Anche la situazione in cui l’antico profeta viene chiamato a portare la sua predicazione era dura, con Israele esiliato in Babilonia. Lì, il profeta richiama il popolo sul suo peccato. Il discorso, però, non si ferma alla critica e prosegue con una promessa: «Ma ora così parla il Signore...». L’infedeltà del popolo può portare alla catastrofe politica e spirituale; ma non è sufficiente per allontanare il Signore dall’amore per la sua creatura. Il patto con Abramo è e rimane il fondamento della benedizione di Dio per il popolo di Israele e per “tutte le famiglie della terra”.
È con molta preoccupazione che io vedo risorgere attorno a noi espressioni di razzismo e di antisemitismo. Molti opinionisti si affrettano a rassicurare che si tratta di casi isolati e che in Italia il problema non esiste. Lo spero, anche se non sono affatto ottimista – anche perché questo ottuso odio per gli ebrei significa allo stesso tempo il rifiuto della grazia di Dio. Dunque dobbiamo accentuare il nostro impegno di fare memoria perché una cultura di rispetto e di apertura vinca contro ogni tentazione di ritorno ad un buio passato.