I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

di Bruno Rostagno

«Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio»

La pace è connessa con i beni della terra. Chi si adopera per la pace vede per tempo quali sono i problemi che possono sorgere, anzi che inevitabilmente sorgeranno, se quei beni sono mal divisi. La mala divisione crea conflitto. La precarietà dei beni crea insoddisfazione e rabbia. Bisogna cercare il modo di uscirne. Normalmente non se ne esce; c’è sempre qualcuno che resta soddisfatto e altri che penano. 

I beni sono legati a un territorio e alle sue risorse, di cui la principale è l’acqua. Si sono contati attualmente 343 conflitti in corso nel mondo a causa del possesso dell’acqua. Possesso: brutta parola, da mettere in questione. A causa del possesso delle risorse i territori sono contesi, lacerati dai conflitti, oppure conquistati e sfruttati a beneficio dell’invasore di turno o di chi abilmente smette di invadere perché ha trovato il modo di ammansire a suon di moneta i governanti locali e difendere una pace apparente per poter tranquillamente continuare a depredare le risorse.

Si opera per la pace quando si smaschera la pace apparente e si comincia seriamente a cercare un modo per usare in comune e sobriamente le risorse, come facevano i nostri contadini quando stabilivano tra di loro un turno per attingere l’acqua di irrigazione.

Dio interviene perché la vita rinasca. Figli e figlie di Dio sono coloro che si appassionano alla ricerca tempestiva di soluzioni quando si profilano i conflitti, perché dalla loro azione può rinascere una vita vivibile per tutti.