I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

di Luca Baratto

«Non sapete che se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o dell'ubbidienza che conduce alla giustizia? Ma sia ringraziato Dio perché, [...] liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia. [...] Perché quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia. [...] Ma ora siete servi di Dio»

E’ un modo davvero curioso quello che usa l’apostolo Paolo per parlare di libertà. In sostanza ci dice questo: l’unica libertà che noi esseri umani abbiamo realmente è quella di scegliere il nostro padrone! Ma come: non c’è forse un insopprimibile anelito all’autodeterminazione, insito nell’essere umano? Paolo sembra suggerirci di no: volenti o nolenti, c’è sempre qualcuno o qualcosa che ci determina e condiziona; al quale, consapevoli o meno, offriamo la nostra libertà.

Paolo ci dice che la libertà umana dipende dai vincoli e dai legami che caratterizzano la nostra vita. Ora, un vincolo può essere una catena che ci tiene prigionieri; ma può anche essere un legame che crea relazioni. La nostra libertà dipende proprio dalla qualità dei legami e delle relazioni che ci determinano. Essere servi del peccato significa vivere relazioni di ingiustizia, di dominio, di sopraffazione. Essere servi di Dio significa invece sentirsi vincolati alla giustizia, alla gratuità, al sostegno reciproco.

Cosa vincola la nostra vita? Qual è la qualità delle nostre relazioni? Fermiamoci a riflettere perché dalla risposta sapremo quanto realmente siamo liberi.