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di Ulrike Jourdan

«Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene»

È una frase abbastanza conosciuta che è sempre bello ripetere, però quanto può essere difficile metterla in pratica!

L’apostolo Paolo scrive questo versetto a una chiesa che conosce la persecuzione. Noi oggi, almeno in Europa, non possiamo neppure immaginarci che cosa voglia dire essere perseguitati a causa della propria fede. È strano per noi sentire quanto possa diventare cara a qualcuno una Bibbia, quando nel Paese di questa persona è vietato averla. E questa situazione si ritrova non solo in paesi noti, come la Corea del Nord, ma anche in luoghi identificati come ideali per le vacanze, è il caso delle isole Maldive. Per i cristiani in questi Paesi, la frase di Paolo ha un significato molto più profondo di quanto possiamo immaginarci. 

Eppure, anche per la nostra fede è un consiglio non da poco: combattere contro il male che cerca di prendere possesso delle nostre decisioni.

Martin Lutero ha descritto l’essere umano come un mulo cavalcato o dal diavolo o da Cristo. Essere libero voleva dire per lui essere sotto il potere di Cristo, perché solo lui ci dà libertà, solo lui ci permette di prendere decisioni che conducono al bene. Per Lutero non esisteva altra libertà se non quella che riconosce la sottomissione a Cristo. 

Hai dei colleghi che ti fanno andare fuori di testa? Tua moglie, tuo marito ti manda in bestia? Hai una gran voglia di fare vedere ciò che sai fare? Hai voglia di rispondere a qualcuno con lo stesso tono con cui si è rivolto a te o anche peggio?

Paolo dice: calmati! Se prosegui così hai già perso perché è il male che trionfa. Lutero direbbe: se prosegui così inviti il Male a mettersi in sella e sta’ tranquillo che non scenderà facilmente. Se invece vuoi vincere e rimanere libero devi cercare il bene per l’altro. Prega per le persone che ti aggrediscono. Benedici i tuoi avversari. 

Questo ti renderà libero.