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di Claudio Pasquet

«Il Signore disse ad Abramo: «Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione

Abramo è un uomo che oggi potremmo definire realizzato: secondo il metro di giudizio di allora è un ricco possidente. Ma non è felice. Gli manca ciò che contava per gli uomini del suo tempo. Avere una numerosa discendenza, lui invece è senza figli.

Anche noi occidentali sembriamo ricchi e realizzati, se paragonati ai disperati che arrivano sui gommoni per lavorare in Europa. Ma non siamo felici, siamo vecchi e senza speranze e progetti, ci manca qualcosa, ma non sappiamo bene che cosa. Per cui inseguiamo i sogni: essere tutti ancora più ricchi, più sani, più giovani e, immortali.

Abramo viene sfidato da Dio a fidarsi di Lui! C'è qualcosa che è più importante delle cose che ne fanno un uomo realizzato, si affida alla parola del Signore. Il suo desiderio di avere una discendenza era un desiderio di eternità: nei figli il credente ebreo del tempo sapeva di continuare ad esistere.

Anche noi abbiamo un desiderio di eternità, ma la cerchiamo nelle cose che non sono eterne: ricchezze, potere, prestigio. Eppure abbiamo ricevuto una promessa da Dio, la promessa di vita eterna che il Signore Gesù Cristo è venuto a portarci.

Abramo ci insegna a fidarci della promessa di Dio. Non serve mollare tutto e andarsene a cercare chissà cosa, ma dobbiamo ridare il giusto valore alle cose che abbiamo nella vita. Quanto contano ancora il Regno di Dio e la promessa di eternità che Gesù ci ha annunciato? Perché quando hai fede nel Signore, la vita potrà darti molti guai, ma, alla fine, nessuno potrà strapparti alla eternità di Dio e alla cittadinanza del suo Regno.