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di Enrico Benedetto

«Giona uscì da Ninive (...), si costruì una capanna (...) per vedere che sarebbe successo alla città. Il Signore fece intervenire una pianta di ricino (...) che gli fece ombra al capo liberandolo dal suo male. Giona provò una grande gioia. (...) Ma l’indomani, all’alba, Dio fece intervenire un vento asfissiante (...) che seccò il ricino, prostrando Giona, (...) che disse: "Meglio morire che vivere"»

Dopo il grande pesce, il Signore invia il ricino, e dopo il ricino il vento. E dopo l’inno alla vita dal fondo mare, Giona invia una richiesta di morte sulle alture di Ninive. La narrazione biblica mobilita i colpi di scena. Dio parla agendo, con un inatteso intervento vegetativo, poi metereologico. Giona agisce, e dopo parla. Fugge la città affidatagli per profetizzare, costruendosi la sua, di città (una garitta di frasche sulle alture), poi torna a parole alla casella di partenza, quella pulsione di morte che già lo aveva spinto a farsi buttare fuoribordo dalla nave su cui intendeva sfuggire al mandato di Dio.

Mai come in questo passaggio, il profeta recalcitrante ci sembra compagno di strada di Giobbe. Si accredita come perseguitato di Dio, quasi quest’ultimo giocasse con lui, anzi si giocasse di lui a colpi di docce scozzesi. La garitta è un Aventino, posizione che forse non ci è sconosciuta nella vita cristiana. Arrabbiatosi con il Signore, che gli fa annunciare la distruzione di Ninive salvo graziarla, Giona fa il muso chiamandosi fuori. A vedere il Signore raggiungere l'esacerbata solitudine dell’esule con un misericordioso ricino, per poi, letteralmente, soffiarlo via da sé a folate (un bel paradosso, giacché lo Spirito di Dio vento è), viene in mente una storia zen, ma la narrazione conserva la suspense ermeneutica. Viene il sospetto che Dio stia destabilizzando Giona per ammaestrarlo, che gli lasci fare ma non molli la presa, perché a Giona tiene non meno che ai Niniviti. Lo tiene, lo trattiene, lo mantiene. Ma ora dovrà parlare al Grande Depresso, senza dimenticare le nostre, di depressioni...