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Il vice presidente della Commissione esecutiva del secondo distretto, Andrea Magnano, in seguito all’attacco terroristico del 14 luglio ha scritto una lettera alle chiese di Nizza, membro della Chiesa protestante unita di Francia. "Assistiamo impotenti a numerose stragi in diversi continenti" - scrive Magnano. “Non vogliamo abituarci a queste situazioni di violenza. Non vogliamo diventare insensibili ed ipocriti alla violenza del terrore, di cui i mass media ci rendono partecipi. Non vogliamo che l’odio e la paura sostituiscano la fratellanza e la solidarietà fra gli uomini e le donne di oggi”.
La Chiesa valdese è suddivisa in quattro distretti che corrispondono a specifiche aree geografiche: le Valli valdesi in provincia di Torino, il nord Italia (chiese svizzere comprese), centro Italia, Sud e Sicilia.

Ai Fratelli e alle Sorelle delle Chiese di Nizza – Chiesa Protestante Unita di Francia
per mezzo dei pastori a Nizza P. Morlachetti, T. Delaruelle e del pastore S. Mercurio
Ai Fratelli e alle Sorelle delle Chiese metodiste e valdesi del II Distretto

Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Romani, 12:21)

Care sorelle, cari fratelli,
cari pastori Paolo Morlachetti, Thibaut Delaruelle e Stefano Mercurio,
Vi scriviamo in queste ore di dolore e cordoglio per testimoniare la nostra solidarietà e la nostra vicinanza per i fatti che hanno colpito la città di Nizza, le vostre Chiese e la Francia. Fra i numerosi articoli, abbiamo letto attraverso le news letter di Riforma la vostra agghiacciante testimonianza a caldo e del vostro impegno per sostenere la Chiesa a Nizza.

Abbiamo ascoltato notizie che non avremmo voluto sentire, soprattutto per il coinvolgimento di numerosi bambini e bambine nella strage del 14 luglio, giorno della festa nazionale francese che celebra i valori della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità. Ma ancora più doloroso rimane il pensiero che il trauma di questo triste evento rimarrà come cicatrice nel vissuto psicologico dei più piccoli, come degli adulti. Alcuni giornalisti riferiscono oggi la sensazione della gente che a Nizza sia andata persa l’innocenza. L’innocenza di un’Europa che ancora non sa affrontare i problemi di una società che cambia e dei profughi che fuggono da situazioni simili e dalla guerra civile.

Numerose sono le ricostruzioni degli eventi, le analisi giornalistiche ed i comunicati stampa. A volte sono noiosi, tristi e retorici, a volte sono doverosi per informare con obiettività e preparare l’opinione pubblica. Triste è stato apprendere che persone curiose fotografavano la scena del crimine, evidentemente non per motivi di lavoro giornalistico, ma per colmare un post del proprio personale strumento social.

Scrive oggi Mario Calabresi che le nostre vite sono cambiate, che in questo momento storico è difficile rifugiarsi nell’illusione, nella certezza di potersi chiamare fuori. La nostra percezione, prosegue Calabresi, non può più essere quella di prima, questa strage va talmente a fondo del nostro modo di vivere da lasciare un segno psicologico difficilmente riparabile.

Noi vogliamo essere vicini a quanti soffrono, oggi come ieri, a quanti hanno perso una persona cara: non solo ora in Francia, ma anche in quelle nazioni sconvolte da guerre civili o coinvolte indirettamente (Iraq, Siria, Pakistan, Turchia … ma anche Nigeria, ex Congo … quante altre nazioni o popoli?). La nostra preghiera va a tutte le famiglie colpite da un lutto, vittime del terrorismo. Assistiamo impotenti a numerose stragi in diversi continenti; non vogliamo abituarci a queste situazioni di violenza. Non vogliamo diventare insensibili ed ipocriti alla violenza del terrore, di cui i mass media ci rendono partecipi. Non vogliamo che l’odio e la paura sostituiscano la fratellanza e la solidarietà fra gli uomini e le donne di oggi.

Questo pensiero è stato espresso anche dal pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola Valdese, che ha rinnovato l’impegno al dialogo, unica ricetta contro i fanatismi: “Mentre i nostri pensieri sono rivolti alle famiglie delle vittime di questo nuovo attentato preghiamo il Signore della pace e della riconciliazione affinché dia coraggio e speranza a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per continuare a camminare sulla via della soluzione non violenta dei conflitti, della convivenza rispettosa delle diversità e della democrazia (...)”.

Care sorelle, cari fratelli,
abbiamo scelto di condividere con tutti voi le parole di pace dell’apostolo Paolo, che ci invita a rifiutare la violenza e a resistere al male, seguendo una nuova via: non quella, apparentemente più facile, che porta ad usare la forza per rispondere alla violenza, ma quella via evangelica che ci insegna a ricercare e a fare il bene. Il bene della Città: noi crediamo che sia ancora possibile ricercare e costruire una nuova società, in cui possa riconoscersi cittadino ogni donna ed ogni uomo che ami la pace.

Vogliamo esservi vicini e testimoniare la nostra fraternità: confidiamo nella grazia di Dio, che ci assista in questo cammino

Andrea Magnano a nome della CED – II Distretto

Parma, 16 luglio 2016