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In seguito all’esito del referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, che ha avuto luogo il 23 giugno scorso, il Moderatore della Chiesa di Scozia, Russell Barr, ha indirizzato una lettera a tutte le chiese sorelle e ai partner ecumenici europei tra cui la Chiesa valdese che vanta un legame storico con la Chiesa scozzese.

“Non è questo il risultato nel quale la Chiesa di Scozia aveva sperato” – ha scritto il  Moderatore Barr ricordando l’impegno profuso dalla sua chiesa per una permanenza nell’Unione Europea; una posizione ribadita lo scorso maggio nella stessa Assemblea generale della chiesa. “La Chiesa di Scozia ha alle spalle una lunga e proficua storia di relazioni con le chiese di tutto il mondo e gode di un legame profondo con le chiese d’Europa. Questa decisione non influirà sulla visione che la Chiesa di Scozia ha dei suoi rapporti con l’intero continente europeo né limiterà la sua volontà di lavorare con le istituzioni e le chiese partner”.

La Chiesa di Scozia, infatti, conta dodici comunità sparse sul territorio dell’Unione europea.

“Come chiesa siamo consapevoli di quanto prezioso sia l’apporto dei cristiani che dall’Europa e da tutto il mondo raggiungono la Scozia per vivere, lavorare e condividere con noi il messaggio dell’Evangelo” – prosegue il Moderatore e “come membri della famiglia cristiana in Scozia restiamo uniti in Cristo con le sorelle e i fratelli in Europa e nel mondo. Ci impegniamo a portare avanti, sia bilateralmente sia attraverso canali ecumenici, il cammino comune dell’amicizia e della collaborazione nelle questioni che riguardano il mondo di oggi, inclusa l’emergenza dei rifugiati e dei migranti in cui le chiese, insieme, si sono dimostrate in prima linea nel sostegno a chi fugge dalla guerra e ha bisogno di costruirsi una nuova vita in un paese straniero”.

15 luglio 2016