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di Francesco Sciotto

L'unione delle Chiese metodiste e valdesi è impegnata su diversi fronti nell'accoglienza dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Anzitutto attraverso l'opera degli istituti diaconali presenti sul territorio nazionale, e grazie all'impegno delle singole chiese locali che hanno avviato progetti di sostegno e accompagnamento all'integrazione.

I progetti di accoglienza più significativi sono attuati in Piemonte e più in particolare presso le Valli valdesi, a Torino; in Lombardia, in collaborazione con altre chiese evangeliche; a Firenze, dove si ospitano minori non accompagnati; a Napoli e provincia, dove le chiese locali e l'ospedale di Ponticelli attuano un lavoro capillare nell'accoglienza; in Sicilia a Palermo, dove ormai da anni sono attivi sportelli e comunità residenziali per minori e donne immigrate, o a Vittoria (RG), dove è presente il più importante progetto SPRAR gestito dalla chiesa valdese. Impossibile ricordare tutti i progetti legati all'apprendimento della lingua italiana avviati dalle chiese su tutto il territorio italiano.

Buona parte di questi progetti sono gestiti dalla Commissione sinodale per la diaconia (CSD), altri da istituti valdesi autonomi come il Centro diaconale "la Noce" di Palermo, o l'ospedale evangelico di Napoli-Ponticelli. Altri progetti vedono impegnata la chiesa valdese su iniziative di carattere nazionale insieme alle altre chiese evangeliche.

La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) si è dotata ormai da anni del "Servizio rifugiati e migranti" e ha recentemente dato vita all'articolato progetto "Mediterranean Hope", con un osservatorio a Lampedusa (AG), il centro d'accoglienza "casa delle culture" a Scicli (RG), un ufficio a Roma, e l'attivazione di un corridoio umanitario in Marocco in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio.

Cosa accomuna tutti questi progetti? Quelli di carattere residenziale e quelli volti all'accompagnamento di chi si trova da più anni in Italia, quelli di primissima accoglienza e quelli volti piuttosto all'integrazione, quelli finanziati con fondi statali e quelli sostenuti in parte o integralmente attraverso l'otto per mille, quelli in provincia di Torino e quelli in provincia di Ragusa? Li accomuna il tentativo di operare a favore della persona e per la sua inclusione. Si tratta in massima parte di interventi per piccoli numeri e per persone vulnerabili e fragili. Il nostro intento è di dare un'opportunità a chi oggi vive una condizione di svantaggio.

21 settembre 2015