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di Raul Matta

Consultazione metodista al Centro Ecumene (Velletri, Roma)

Nei giorni 29, 30 e 31 maggio 2015 si svolgerà ad Ecumene (Velletri, Roma) l’annuale consultazione metodista, nella quale i rappresentanti di tutte le chiese metodiste d’Italia ed i pastori che le conducono si incontrano per scambiarsi le proprie esperienze, per discutere della situazione e della vita delle varie chiese locali e della chiesa metodista a livello nazionale, delle finanze e dello stato patrimoniale, della vocazione e della missione della chiesa nel contesto in cui essa vive ed è chiamata a testimoniare, delle relazioni ecumeniche ed anche dei progetti futuri.

Inoltre, in tale occasione, vengono scelti comunemente dei nomi di fratelli e sorelle da proporre al successivo sinodo di agosto delle Chiese valdesi e metodiste (che comunque rimane sovrano) come candidati alla nomina nelle varie commissioni esecutive, amministrative e d’esame quali rappresentanti metodisti, così come i Regolamenti prevedono.

Quest’anno sarà una consultazione un po’ speciale, in quanto ricorre il 40° anniversario del Patto d’Integrazione tra le Chiese metodiste e valdesi e quindi dell’Unione delle Chiese metodiste e valdesi. Patto che ha dato vita ad un corpo unico consentendo a ciascuna chiesa di rimanere se stessa. Pertanto la relazione del Comitato permanente, la discussione che ne scaturirà e le varie riflessioni, verteranno principalmente sul cammino percorso dalle nostre chiese in questi quarant’anni dall’Integrazione, che è stata quel processo che ha condotto le chiese valdesi e quelle metodiste a costituire in Italia un unico corpo. Alla base di tutto vi è stata indubbiamente la certezza di una vocazione a testimoniare uniti l’Evangelo di Gesù Cristo nella realtà italiana, ed è proprio nella consapevolezza di questa comune vocazione missionaria che si è sviluppato quel processo di unità di valdesi e metodisti. Nel lungo cammino che portò a realizzare l’integrazione si scoprì che era anche possibile realizzare una vita ecclesiastica comune che coniugasse davvero insieme disciplina e libertà. In altri termini, una formula ecumenica che consentisse di essere uniti, conservando ciascun soggetto la propria identità.

Persone, chiese locali, principio sinodale, responsabilità evangelistica sono dunque punti di forza della costruzione che valdesi e metodisti hanno deliberato definitivamente nel 1975 e poi realizzato compiutamente nel 1979. Ma il cammino per arrivare a questo risultato non è stato breve e neanche facile. Tra coloro che furono i protagonisti e i realizzatori di tale percorso spicca la figura di Giorgio Peyrot, giurista valdese, che aveva ber chiara l’idea di un protestantesimo italiano unito, insieme a molti altri valdesi e metodisti; ma certamente la conclusione positiva dell’impresa fu possibile perché sia il popolo valdese che quello metodista la condivisero convintamente. L’Integrazione dunque è un vero e proprio Patto che ha dato vita ad un corpo unico, la cui caratteristica principale è quella di coniugare insieme una disciplina, ovvero un ordinamento, con un ampio spazio di libertà per i soggetti dell’ordinamento stesso, siano essi persone o chiese locali, in vista di una fedele testimonianza e predicazione dell’Evangelo dirette alla “città”.

Ed è proprio su questi quarant’anni di cammino insieme con i fratelli e le sorelle valdesi che i metodisti si ritroveranno a riflettere insieme quest’anno in Consultazione.

Tratto da Camminare insieme, circolare della Chiesa evangelica metodista di Trieste, maggio-giugno 2015