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La violenza contro le donne nega i diritti della persona

La Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) invita tutte le chiese evangeliche che hanno aderito alla campagna “Posto occupato” a dedicare uno spazio speciale durante il culto di domenica 8 marzo al tema della violenza contro le donne  come negazione dei diritti della persona.

La campagna nazionale “Posto occupato” – che la FDEI ha fatto propria – è nata su iniziativa di una donna, la giornalista Maria Andaloro, che ne è anche responsabile, e si è rapidamente diffusa un po’ in tutta Italia.
L’iniziativa della FDEI, lanciata in occasione del 25 novembre 2014 e rivolta a tutto il mondo evangelico italiano, chiedeva di evidenziare un “posto occupato” nelle chiese sistemando un foulard rosso, su una sedia o su una panca, quale segno visibile della loro solidarietà con le donne che subiscono violenza e fosse contemporaneamente occasione per riflettere sulle cause sociali e culturali che la alimentano.

La proposta ha avuto un insperato successo, sostenuta anche da prese di posizione del sinodo delle Chiese valdesi e metodiste e dall’assemblea delle Unione delle Chiese battiste in Italia (UCEBI). Più di cento chiese delle varie denominazioni evangeliche in Italia e nel Ticino (Svizzera italiana) vi hanno aderito e sono state anche propagatrici della campagna nel mondo laico cittadino in cui sono presenti, coinvolgendo anche numerose chiese cattoliche.

Grazie a questa mobilitazione vi hanno aderito enti pubblici, scuole, ospedali, ristoranti, perfino palestre, oltre ai più diversi luoghi di lavoro. Tutti hanno esposto su una sedia, una poltrona, un banco di chiesa, un oggetto rosso, spesso una sciarpa, ma anche scarpe e borsette, segnalando poi la loro adesione sul sito del “Posto occupato”.

Questo 8 marzo può essere l’occasione per valutare i risultati della campagna e ricordare che la violenza contro le donne non è superata. C’è ancora bisogno dell’impegno di tutti per rimuovere le cause culturali e sociali che la provocano.

Tratto dal comunicato della FDEI (2 marzo 2015)