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di Sara Tourn

Posto occupato

L’idea è di rendere visibile ogni posto lasciato vuoto da una donna uccisa da un marito, un ex compagno, uno sconosciuto che «occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga».
L’iniziativa è stata ideata da Maria Andaloro, editrice della rivista online «La Grande Testata», partendo il 29 giugno 2013 dall’anfiteatro della villa Comunale di Rometta (Messina), suo paese d’origine. Da allora hanno aderito numerosi enti pubblici, comuni, associazioni, teatri, cinema in tutta Italia (http://postoccupato.org), ponendo su una sedia un oggetto (un abito, una sciarpa, un portachiavi...) di colore rosso: piccoli segni che richiamano l’attenzione, interrogano silenziosamente, mettono a disagio.

Anche nelle chiese metodiste e valdesi, dove spesso sono già presenti progetti e iniziative analoghe, da alcuni mesi si segnalano le prime adesioni.
In occasione dell’ultimo sinodo, ad esempio, la Federazione donne evangeliche in Italia (FDEI) ha «avuto una sedia occupata per sottolineare la nostra partecipazione a questa campagna», come spiega la presidente Gianna Urizio. «Ovviamente è un’iniziativa simbolica, che forse non aggredisce il problema alla radice, ma lo ricorda. Come FDEI ne parleremo al prossimo convegno nazionale del 26 ottobre, dove decideremo formalmente se fare di questa iniziativa una campagna vera e propria e registrare i risultati. Posto occupatoSulla nostra pagina Facebook abbiamo segnalato la nostra adesione collocando una foto nel nostro banner. Se riceveremo molti “mi piace”, chiederemo di segnare anche l’adesione di gruppi femminili e chiese».

Hanno poi aderito alcune chiese, di cui ben quattro nelle Valli valdesi (provincia di Torino), dove l’effetto «contagio» auspicato dai promotori si è rivelato particolarmente forte, e il numero è destinato ad aumentare, come dichiarano molti di coloro che abbiamo contattato.
La Chiesa valdese di Napoli via dei Cimbri ha deciso di aderire all’iniziativa «per manifestare la nostra solidarietà nei confronti delle donne vittime e un no deciso verso ogni forma di violenza», ha dichiarato il pastore Leonardo Magrì.

La Chiesa metodista di Bassignana (Alessandria) si è mossa fin dal 4 aprile per sensibilizzare sul problema con una serata pubblica, come spiega Paolo Libré, sovrintendente del V circuito (Liguria) e presidente del consiglio di chiesa di Bassignana. «Successivamente nel mese di luglio, in occasione dell’iniziativa “Tempio aperto” il gruppo giovani ha voluto devolvere parte del ricavato del bazar all’Associazione ME.dea, mentre l’altro denaro servirà per proseguire l’adozione a distanza di un bambino in Mozambico. In entrambe le occasioni si è aderito all’iniziativa “posto occupato” sia leggendo alcuni testi, sia allestendo la sedia».

In val Pellice, il Coordinamento donne Val Pellice ha portato il progetto all’attenzione di comuni e chiese, già Luserna San Giovanni e Torre Pellice si sono attivati e le chiese valdesi hanno allestito «posti occupati»: a Torre Pellice in entrambi i templi (Centro e Coppieri), a Luserna San Giovanni «Il posto occupato solitamente è nel Tempio dei Bellonatti, ma quando la comunità ha fatto culti all’aperto, per esempio al Rifugio Carlo Alberto il 29 luglio o all’Uliveto il 7 settembre, è stato portato anche lì. Posto occupato, chiesa di BassignanaIn collaborazione con il Comune di Luserna San Giovanni, stiamo organizzando una serata pubblica per venerdì 21 novembre presso la Sala d’Arte di via Ex Deportati e Internati sul tema della violenza contro le donne, mentre domenica 30 novembre il culto sarà tutto incentrato su questo tema».

A San Secondo di Pinerolo e San Germano Chisone, le altre due comunità che hanno aderito con una decisione del concistoro, l’input è arrivato dai pastori, in un caso sulla scia dell’ordine del giorno approvato dall’ultimo Sinodo, nell’altro dopo l’ascolto di un programma alla radio. Ma anche qui, come altrove, la riflessione sul tema non è nuova, come spiega la pastora Daniela Santoro: «Da qualche anno inseriamo fra le tematiche su cui lavorare la violenza e ultimamente la violenza nei rapporti familiari: incontri dell’unione femminile, studio biblico ecumenico, scuola domenicale e catechismo, predicazioni... ma è difficile coinvolgere le persone che non partecipano. Parlandone con il concistoro abbiamo ritenuto che aderire poteva aiutarci a presentare il tema della violenza con un’azione semplice ma incisiva, sperando di creare un dialogo sia nella comunità, sia con l’esterno. Terremo occupato un posto su una panca in posizione centrale (in modo da poter essere notato anche da chi non si siede in prima fila) con indumenti, una Bibbia e un innario. Il posto rimarrà occupato anche in occasione di concerti, conferenze, manifestazioni che ospiteremo nel tempio. Nell’ultimo incontro congiunto dei concistori di Pramollo, San Germano Chisone e Villar Perosa anche le altre chiese hanno deciso di aderire. Ho saputo in quell’incontro che anche il coordinamento delle unioni femminili sta invitando i gruppi a partecipare».

14 ottobre 2014