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di Sabina Baral

Dal 2 al 5 ottobre si svolge a Malaga (Spagna) l'Assemblea generale della Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d'Europa (CEPPLE). Oltre all’esame del lavoro svolto nell’ultimo quadriennio, ci sarà spazio anche per un colloquio iniziale sul futuro e le sfide del protestantesimo latino europeo. Ermanno Genre (foto Riforma/Romeo)Con quest'assemblea termina il suo mandato di presidente il pastore valdese Ermanno Genre, docente emerito della Facoltà valdese di teologia di Roma, a cui abbiamo rivolto alcune domande.

La Cepple raggruppa un insieme di chiese di minoranza che vanno dal Portogallo all'Italia, dalla Spagna alla Francia passando per Belgio e Svizzera. Una realtà variegata che subisce oggi i duri colpi della recessione economica e dunque anche della disponibilità di risorse pastorali oltre che di fondi per la formazione teologica. Ci vuole dire qualcosa su questo punto?
In effetti, la questione di fondo di cui ci si è occupati in questi anni è proprio quella della formazione teologica nelle nostre chiese. In Portogallo non esiste più, da oltre dieci anni, un luogo di formazione teologica per pastori e laici. In Spagna, la Facoltà di teologia di Madrid ha attraversato un periodo di grande difficoltà nel momento in cui è venuto meno il sostegno finanziario di alcune società missionarie. Una situazione di crisi economica che ha avuto però anche un risvolto positivo, nel senso che la Facoltà di Madrid ha ora assunto un profilo dichiaratamente protestante riformato e svolge un ruolo fondamentale per la formazione di pastori e laici.
In Francia le Facoltà di teologia di Parigi, Montpellier e Strasburgo vivono un momento positivo, mentre non si può dire altrettanto della Facoltà di Bruxelles. Nella Svizzera romanda sta per chiudere i battenti la Facoltà di Neuchâtel, mentre Ginevra e Losanna hanno ridefinito i loro percorsi, dopo diversi anni di discussioni interne anche molto aspre. Se si fa eccezione della Francia, in tutte queste facoltà, ivi compresa la Facoltà valdese di Roma, vi è una grossa difficoltà di reclutamento di studenti che intendano avviarsi al pastorato, come pure l'esigenza di un accompagnamento che preveda momenti di valutazione durante gli anni di studio. È in questa situazione di mutamenti e di difficoltà che la Cepple ha organizzato, per la prima volta, un incontro dei decani delle facoltà di teologia protestanti e dei presidenti delle chiese (Roma, gennaio 2013). E' stato un incontro proficuo che ha messo in luce l'importanza di una formazione teologica di livello universitario e l'esigenza di rinforzare a tutto campo la formazione teologica dei laici.

Come far fronte a questa situazione con delle iniziative concrete?
Nell'Assemblea di Lione (maggio 2010) due concetti erano stati messi in evidenza: formazione e solidarietà. Non era una novità nella storia della Cepple, ora però occorreva dare contenuto a queste indicazioni e cercare di essere concreti. Menziono due soli esempi in cui formazione e solidarietà si sono felicemente integrate. Grazie ad una colletta speciale delle Scuole domenicali luterane e riformate di Francia (2012-2013) è stato possibile fornire, in traduzione nelle due lingue, un intero programma Centro ecumenico Los Rubios (Malaga)catechetico per le chiese del Portogallo e della Spagna, mentre si è creato un piccolo fondo di solidarietà (€ 1000 ogni anno) per sostenere la Chiesa evangelica spagnola (IEE) che deve gestire un’eredità franchista, cioè provvedere alle pensioni di un certo numero di pastori. È in corso da alcuni anni una trattativa con il governo per risolvere questa situazione di palese ingiustizia, riconosciuta anche dal Parlamento europeo. Infine piccoli aiuti sono stati dati per incontri di giovani, tra i quali uno che ha coinvolto anche la Federazione giovanile evangelica in Italia (Fgei).

La Cepple è dunque un organismo dalla struttura agile e leggera, una rete tra chiese, ma che affronta in maniera approfondita numerose riflessioni e questioni concrete che riguardano le chiese della diaspora protestante latina. Quali sono gli altri temi principali su cui vi siete soffermati negli ultimi anni?
Fra i vari incontri ricordo quello sulla "benedizione delle coppie dello stesso sesso" che ha avuto luogo a Torre Pellice (ottobre 2012) a cui hanno partecipato ventiquattro rappresentanti delle diverse chiese.  Al termine dell'incontro è stato elaborato un breve testo che è stato inviato ai presidenti dei vari esecutivi e che è stato anche pubblicato sul settimanale Riforma. La questione è delicata e vede tempi diversi di studio e di decisioni: alcune chiese sono da tempo entrate nell'ottica di accogliere con una liturgia di benedizione le coppie dello stesso sesso, altre invece sono ancora nella fase di discussione; per esempio la Chiesa Protestante Unita di Francia ne discuterà nel suo prossimo Sinodo.

Quali sono, secondo lei, le sfide che la Cepple ha di fronte? C'è uno specifico "latino" che essa può portare negli ambiti ecumenici europei?
Non è cosa semplice cercare delle risposte, ma è un compito cui non si può rinunciare, ne va della vita stessa della Cepple. Certamente il futuro porterà con sé delle novità, se non altro perché il cristianesimo europeo contemporaneo è sempre più cosmopolita. Sono in corso, in molte chiese, dei mutamenti culturali, di meticciato, portatori di nuove energie e speranza. Parimenti si rivelano necessarie nuove letture, nuove articolazioni del concetto di "latinità", che non deve essere confuso con "etnicità". Centro ecumenico Los Rubios (Malaga)La crisi di appartenenza che minaccia tutte le nostre piccole chiese é profonda e attraversa anche, e forse più, le grandi chiese protestanti dell'Europa centrale che stanno "dimagrendo" ha vista d'occhio.

In altre parole è il cristianesimo europeo che vive un tempo di crisi e di disorientamento?
Sì, è così. Infatti il colloquio che aprirà i lavori dell’Assemblea sarà introdotto da un sociologo protestante, Jean-Pierre Bastian, e dalla teologa luterana Elisabeth Parmentier, entrambi docenti alla Facoltà di teologia protestante di Strasburgo. Cercheremo di cogliere alcuni aspetti propri della sociologia religiosa contemporanea per situare le domande e le sfide che motivano la nostra presenza cristiana protestante nei nostri contesti diversificati.
Vi è poi un secondo aspetto che sarà oggetto di discussione nell'Assemblea Generale: la relazione della Cepple con la Comunità delle chiese protestanti in Europa (CPCE). L'assemblea sarà chiamata a ratificare (o a respingere) l'accordo di collaborazione che è stato sottoscritto a Firenze nel 2012 durante i lavori della CPCE. La Cepple non intende in alcun modo rinunciare alla propria storia e alla propria identità, ma è disponibile a collaborare con la CPCE, individuando ogni volta i temi di comune interesse.

29 settembre 2014