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  • Matteo 5, 5

    di Emanuele Fiume

    Il Signore Gesù Cristo dice: «Beati i mansueti, perché erediteranno la terra».
    Secondo la descrizione del Salmo 37, i mansueti sono coloro che rinunciano ad affermare il loro diritto e la loro ragione non solo per affermare la ragione e il diritto di Dio, ma per aspettare che Dio stesso affermi la loro ragione e il loro diritto. "Riponi la tua sorte nel Signore; confida in lui, ed egli agirà. Egli farà risplendere la tua giustizia come la luce, e il tuo diritto come il sole di mezzogiorno (...) Quelli che sperano nel Signore possiederanno la terra" (Salmo 37, 5-6,9).

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  • Matteo 5, 4

    di Emanuele Fiume

    Il Signore Gesù Cristo dice: «Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati
    Chi è in Cristo, conosce il dolore due volte. La prima volta lo conosce in Cristo, nell’uomo di dolore, nel servo sofferente del Signore, nel Figlio di Dio che dà la sua vita come prezzo di riscatto per molti. Questo è il solo dolore che salva. Poi, lo conosce nel mondo e in se stesso. Nel mondo, di cui è chiamato a prendersi la responsabilità, e di se stesso, di cui è responsabile. È il dolore del mondo nel peccato e dell’essere umano nel peccato, è il dolore di chi cerca la salvezza e la redenzione.

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  • Matteo 5, 3

    di Emanuele Fiume

    Gesù Cristo dice: «Beati i mendicanti in quanto allo spirito, perché di essi è il regno dei cieli
    La prima parola di Gesù è una parola di beatitudine. “Beati” o “felici”. È una dichiarazione. Il Sermone sul monte non comincia con un elenco di doveri, ma come una dichiarazione di felicità. Felici! Adesso! Non domani. Non in paradiso, non nella società giusta. Felici! Adesso! Non è un auspicio, e nemmeno una promessa. È una rivelazione dell’esistente. Felici! Felici chi?

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  • Marco 9,23-24

    di Giovanni Anziani

    «Gesù disse: Ogni cosa è possibile a chi crede. Subito il padre del bambino esclamò: Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità.»
    Qui Gesù pone innanzi tutto la questione della fede prima ancora di guarire. Pone la sua parola al centro del dramma della vita umana, che ha il suo cuore nella questione della fede, cioè dell’amore di Dio. La fede compie opere umanamente impossibili! Per noi è tempo di riflettere su dove oggi è fondata la nostra fiducia. Dando per scontato che alla base della vita vi sia la fede, noi poniamo fiducia in tre diverse direzioni: nella fortuna, nella religione, nel potere di noi stessi.

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  • Giovanni 6,51

    di Eric Noffke

    «Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo».
    Da sempre la dieta umana è centrata intorno ai cereali: grano riso, mais... Senza pane o riso, ancora oggi milioni di persone morirebbero di fame. Nell’antichità il pane faceva la differenza tra la vita e la morte; tutto il resto era semplicemente “companatico”, accompagnamento del pane. Non è un caso, allora, che Gesù al pane si paragoni, in un passo dove il linguaggio metaforico è forte, quasi violento: dobbiamo letteralmente cibarci di lui, se vogliamo avere la vita eterna.

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