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  • Michea 6,8

    di Fulvio Ferrario

    «O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore, se non che pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?»
    Il messaggio centrale indicato dal versetto di Michea, e dai testi che Un giorno, una parola gli collega in questa 21a settimana dopo Pentecoste, potrebbe essere riassunto così: la volontà di Dio non è un «problema», una «domanda aperta» e nemmeno una «pista di riflessione»; essa è semplice e chiara, la difficoltà non consiste nel comprenderla, bensì nel metterla in pratica. Quello che risulta oscuro, a questo punto, è come mai le chiese si interroghino in modo così intenso e complesso su quello che il Signore chiede «qui e ora».

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  • Geremia 17,14

    di Fulvio Ferrario

    «Guariscimi, o Signore, e sarò guarito. Salvami, e sarò salvo».
    L'invocazione a Dio, che chiede soccorso, guarigione e salvezza, si colloca spesso, nella Bibbia, in un contesto conflittuale: c'è qualcuno che si rivolge a Dio e qualcun altro convinto che Dio sia schierato dall'altra parte, oppure sia assente. Chi implora salvezza da malattia e morte, scommette, nella Scrittura, sulla realtà del Dio che aiuta e sul fatto che egli è dalla parte di colui o colei che chiede: una situazione che di solito (come in questo passo di Geremia) è tutt'altro che ovvia.

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  • Salmo 145,15

    di Fulvio Ferrario

    «Gli occhi di tutti sono rivolti a te, e tu dai loro il cibo a suo tempo»
    Nel calendario liturgico di diverse chiese evangeliche, nella 19a domenica dopo Pentecoste si celebra la festa del ringraziamento per il raccolto: eredità di una società e di una chiesa legate in ampia misura ai cicli della natura, fatti propri dall'essere umano e vissuti come luogo della presenza provvidente di Dio. Gli storici dell'economia ci dicono che, oggi, un chicco di grano seminato rende in misura incredibilmente maggiore rispetto all'epoca di Lutero, o al Medioevo: si potrebbe dunque dire che sussistono ragioni ancora migliori per essere grati.

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  • I Giovanni 5,4

    di Fulvio Ferrario

    «Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede»
    Iniziando dal termine-chiave che compare per ultimo, «fede», i passi, nei quali la dimensione della fede è al centro, la intendono nel suo senso fondamentale, che è alla base di tutti gli altri, quello dell'affidarsi, del confidare, magari fino ad essere importuni, nel Dio di Gesù Cristo. Credere, nella Bibbia, non significa in primo luogo «ritenere vera» questa o quell'affermazione, e dunque il contenuto della fede non è anzitutto una dottrina. Si tratta, invece, di un rapporto con Gesù, il quale determina il rapporto con Dio, nel segno della fiducia.

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  • II Timoteo 1,10

    di Fulvio Ferrario

    «Cristo ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo»
    Lutero, che di solito predilige le espressioni più incisive e plastiche, anziché dire che Cristo «ha distrutto» la morte sceglie di tradurre, echeggiando altri passi dell'epistolario di Paolo, con «le ha tolto potere»: come se intendesse in qualche modo rispettare il dato di fatto che la morte, anche se vinta in Cristo, esiste pur sempre. Forse è una lettura troppo «moderna» della sua traduzione, ma proprio per questo essa può aiutare la nostra riflessione.

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